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Arriva la tempesta

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La sentivo arrivare, nell'aria
odore di ferro e di pane bruciato,
in lontananza rumore smorzato
di ferraglia e di motori.
E un brusio, come un alveare,
come il ronzio di una citta'
che si sveglia al mattino,
e poi quei colori arrabbiati
grigio, nero, bluastro spennellati
sui muri e sul cielo.
Poi il primo refolo di vento,
piccolo turbine di parole e pezzi di carta,
poi una ventata piu' violenta,
finestre sbattute, grida
e schiaffi nel cuore.
Un brontolio minaccioso di cane arrabbiato,
un cane spaventato che uggiola
ed infine  tempesta.
Tuoni, fulmini, latrati, pioggia e pianto,
parole e amore, accuse e grandine.
Acqua, graffi nell'anima e ancora acqua.
E sospiri sui tetti divelti,
pioggia sulle tegole cadute
e sulle porte scardinate.
Le finestre sono a pezzi,
il vetro, come pioggia di brillanti o di stelle,
ricopre ogni cosa, ogni casa, in ogni caso.
L'acqua scintilla sui tetti rimasti,
sulle ciglia abbassate, ricama nei campi
e sul viso arabeschi trasparenti - non nasconderanno le cicatrici -
Poi e' silenzio, l'aria immobile,
le macerie dell'anima non fanno rumore,
e' la quiete che attraversa la tempesta,
che mai si placa e tutto inonda e distrugge,
per sempre.


 Sara Cristofori - 07/09/2015 17:54:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

quanta forza di distruzione in questi tuoi versi, quante volte sono rimaste solo macerie alla fine di tante tempeste...

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